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Disturbi correlati all'uso di sostanze

L'uso di sostanze per alterare umore e stati di coscienza è una caratteristica comune a tutta l'umanità, così come la tendenza ad abusare di tali sostanze.

Disturbi correlati all'uso di sostanze

Il DSM-IV distingue tra dipendenza da sostanze e abuso di sostanze.

Con dipendenza s'intende una modalità compulsiva di uso delle sostanze, con conseguente grave compromissione sia psicologica che fisica. Essa può comportare una dipendenza fisiologica, o tossicodipendenza, quando sono presenti tolleranza (processo fisiologico in cui  quantità sempre maggiori di una sostanza che dà dipendenza sono necessarie per produrre lo stesso effetto) ed astinenza (reazioni fisiologiche e psicologiche negative che si manifestano quando una persona smette improvvisamente di assumere una sostanza che dà dipendenza; tali reazioni comprendono crampi, agitazione e persino la morte). L'abuso di sostanze rende la persona incapace di adempiere a responsabilità e impegni, e porta a problemi interpersonali e legali.

L'alcol produce sugli esseri umani una serie di effetti a breve  e a lungo termine, molti dei quali tragici; si va dalla compromissione delle capacità di giudizio e della coordinazione motoria, con le loro terribili conseguenze per l'alcolista e per la società, fino alla dipendenza, che rende impossibile condurre un'esistenza normale e produttiva ed è estremamente difficile da superare. Come per le altre sostanze che inducono dipendenza, gli individui si rivolgono all'alcol non tanto perché li fa sentire bene, ma piuttosto perché impedisce loro di sentirsi male.

Meno diffusi ma più noti, forse a causa della loro illegalità, sono gli oppiacei, che comprendono: l'eroina, i barbiturici, che sono dei sedativi; e le anfetamine e la cocaina, che sono degli stimolanti. Tutte queste sostanze inducono dipendenza, in particolare la cocaina, soprattutto sotto forma di crack. L'eroina ha suscitato molte preoccupazioni negli ultimi anni, perché il suo consumo è in aumento e per la disponibilità sul mercato di varietà più potenti. Da diverso tempo i barbiturici sono implicati in suicidi sia intenzionali che involontari; essi sono particolarmente letali  quando vengono assunti assieme a bevande alcoliche.

La nicotina, specialmente quando viene introdotta nell'organismo sotto forma di fumo di sigarette, esercita da secoli sull'umanità il suo potere di indurre dipendenza e, nonostante gli avvertimenti espressi dalle autorità sanitarie, il suo consumo continua ad essere molto diffuso. Fonte di particolare preoccupazione è il fumo dei giovanissimi e degli adolescenti.

Gli allucinogeni (LSD, mescalina e psilocibina) vengono assunti per alterare o espandere gli stati di coscienza. Essi riflettono il desiderio dell'umanità non solo di evadere da una realtà spiacevole, ma anche di esplorare il proprio spazio interiore.

Diversi fattori sono correlati all'eziologia dell'abuso di sostanze e della dipendenza da sostanze. Gli atteggiamenti sociali e la cultura di appartenenza possono svolgere un ruolo nell'incoraggiare l'abuso di sostanze, di alcol e di sigarette. Le variabili socioculturali, quali l'atteggiamento nei confronti di una data sostanza, le pressioni del gruppo dei pari e le modalità di rappresentazione della sostanza da parte dei media, sono tutte correlate alla frequenza con cui viene usata una sostanza. Molte sostanze vengono assunte per alterare l'umore (ad esempio, per alleviare la tensione o intensificare uno stato d'animo positivo) e le persone con determinati tratti della personalità, come la tendenza alla psicopatia o agli stati d'animo negativi, hanno maggiori probabilità di assumere sostanze. Altrettanto importanti sono le variabili cognitive, come l'aspettativa che una data sostanza produca effetti positivi.

Infine, i fattori biologici, soprattutto una predisposizione genetica o diatesi, sembrano svolgere un ruolo nel consumo di alcune sostanze, in particolare dell'alcol.


Dr.ssa Daria Minelli
Psicologa Psicoterapeuta a Mantova


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